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Cedolare secca

on . Postato in News

Cedolare secca
La cedolare secca, come tassazione alternativa a quella ordinaria, è l’opzione più gettonata per tassare i
redditi fondiari, derivanti dalla locazione di immobili. Essa viene scelta da più di un milione di
contribuenti, il doppio secondo le stime, rispetto al debutto del 2011.
I dati ufficiali lasciano addirittura intravedere i primi segnali di regolarizzazione delle locazioni in nero.
Nelle intenzioni del legislatore che l’ha introdotta la stessa convenienza della tassa piatta doveva essere
un disincentivo all’evasione, insieme alla possibilità per l’inquilino di denunciare al fisco il proprietarioevasore,
beneficiando di un canone bassissimo.
Sicuramente ha contribuito anche l’introduzione dell’Imu e l’inasprimento della tassazione ordinaria, a
causa del taglio delle deduzioni forfetarie dell’Irpef.
La cedolare è stata, difatti, l’unica misura fiscale di favore per il mattone dal 2011 a oggi. Nell’arco di tre
anni, grazie all’aggiunta della Tasi, le abitazioni locate da persone fisiche hanno dovuto sopportare un
aumento del carico fiscale rispetto all’Ici di 1,4 miliardi, ai quali vanno aggiunti i 500 milioni derivanti dal
taglio delle deduzioni forfetarie dell’Irpef (dal 15 al 5%), che è scattato dal 1° gennaio 2013.
Insomma, i rincari hanno superato lo sconto rappresentato dalla cedolare secca sulle locazioni.
Tra i proprietari cresce l’appeal della cedolare secca, ma il tipo di contratto prescelto resta quello del
canone a libero mercato (facendo riferimento agli Unico 2014, relativi all’anno d’imposta 2013).

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